SCICLI: MAI SENZA LE MENZOGNE DI CAMILLERI?
Luglio 20, 2023 - Cronaca, Primo Piano
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Approfittiamo di quanto contenuto in un post su Facebook di Giacomo Schillaci, relativo al rapporto tra il paese di Scicli utilizzato come principale set televisivo, per produrre la fortunata serie sul Commissario Montalbano, il personaggio principale della copiosa produzione letteraria di Andrea Camilleri.
Schillaci, ovviamente, dal suo punto di vista, vorrebbe sfruttare per delle finalità promozionali e turistiche tale rapporto Scicli- Commissario Montalbano-Andrea Camilleri.
Rivolge a chi di competenza, alcuni pressanti inviti riguardo a delle proposte operative.
Della serie cosa fare di questa eredità culturale?
<<Parco letterario?
Una biblioteca dedicata?
Videoteca?
Una manifestazione (almeno) all'anno?
Scicli, la città UNESCO del sud est che più "lo ospitò" potrebbe e DOVREBBE organizzare qualcosa di serio e duraturo nel tempo, giovandosi della base di partenza esistente (Commissariato, Stanza del Questore).
Ma… chi? Quale cittadinanza culturale potrebbe essere disposta a scommettersi su un progetto del genere?>>
Ecco qual è stata la salace e tranciante risposta di Emilio Tringali, un vignettista e scrittore di Vittoria, a questo invito da parte di Giacomo Schillaci. Invito, lo ribadiamo, teso a celebrare, in maniera asettica, in quel di Scicli, la memoria di Andrea Camilleri, al netto di certe sue sbandate, per così dire, pseudo-culturali.
Tringali, da par suo, in maniera ironica, per onorare lo strettissimo rapporto di Camilleri col falso paladino dell'antimafia, Antonello Montante, propone di realizzare una
pista ciclabile, la "Montante's way" …
È una risposta apparentemente irriverente che merita qualche ulteriore spiegazione.
Tringali non a caso va subito al sodo, facendo riferimento alla favola bella delle biciclette Montante, prodotte solo a partire dal 2007, non tanto per il mercato, ma solo per esigenze di 'marketing culturale'. Si trattava di biciclette regalate persino a Papi e Presidenti della Repubblica ed esposte anche negli aeroporti, per il loro evocativo, seppure falso, richiamo storico-culturale, all'ultimo conflitto mondiale. Richiamo suggestivo, costruito ad arte da Camilleri, per fare cosa gradita al suo amico Montante. Ecco perché Tringali fa riferimento all'ex numero due di Confindustria Nazionale, Antonello Montante, fortemente sostenuto dal compianto Andrea Camilleri.
Il vignettista ed autore del libro 'Sbirromafia', il vittoriose Emilio Tringali, non per niente esordisce evocando la bufala, raccontata da Andrea Camilleri nel 2008, relativa ad una presunta, ma del tutto inesistente, fabbrica di biciclette, impiantata agli inizi del Novecento, nel paese del noto compare di due mafiosi, Antonello Montante. Fabbrica inesistente, frutto soltanto della fervida fantasia creativa di Camilleri. Fabbrica che, secondo questa falsa narrazione, sarebbe stata di proprietà del nonno di Antonello Montante, accreditato da Camilleri quale industriale di grandi tradizioni, oltre che ovviamente il principale apostolo dell'antimafia. E fu proprio grazie a queste favolette di Camilleri, per niente disinteressate, che nacque e crebbe il mito di Montante.
Nel libro 'La volata di Calò' infatti, scritto da Gaetano Savatteri, è stato il Camilleri, 'di persona personalmente', come direbbe Catarella, quel suo personaggio, quella macchetta di poliziotto scudiero del Commissario Montalbano, a sostenere, falsamente, nell'introduzione, che fu grazie ad un'indistruttibile bicicletta 'Montante', fabbricata nell'industria del nonno di Montante che, durante la Seconda Guerra Mondiale, riuscì a ricongiungersi con suo padre, che era rimasto a Porto Empedocle, mentre lui era sfollato a Serradifalco per sfuggire ai bombardamenti. Guarda caso Camilleri si ricorda, con parecchio e forse un pò colpevole ritardo, di questa vicenda, rivelatasi assolutamente falsa. E cioè di essere stato ospitato, durante la Guerra nel paese dei Montante, descritti come gli appartenenti ad un'illustre dinastia di industriali. Alla stregua dei Florio, per intenderci. E dire che qualche anno prima della pubblicazione della 'Volata di Calò' Camilleri era stato ospite del Montante, nel corso di una cerimonia pubblica, dentro il palazzo municipale di Serradifalco. Stranamente, in quella circostanza, quale migliore occasione, non aveva fatto minimamente cenno a questa storiella, lo ribadiamo, del tutto inventata, relativa all'esistenza della fabbrica delle biciclette Montante risalente agli inizi del Novecento. Chissà perché se ne ricorderà soltanto dopo, quando possibilmente tale invenzione si è rivelata indispensabile a supportare ulteriormente il personaggio o, se preferite, il personaggetto Montante. Ovviamente si trattava di un panegirico a pagamento, per esaltare la figura di un millantatore di professione qual era il numero due di Confindustria Nazionale, Antonello Montante che, grazie anche a queste coperture mediatico-culturali, oltre che giudiziarie, era riuscito a mettere su un sistema di potere perverso, basato proprio su questo genere di falsità ed imposture.
<> sostiene giustamenteTringali che così prosegue: <<Camilleri ci crede proprio che la menzogna "a fin di bene" sia cosa legittima. Lo fa persino nel calendario dei carabinieri del 2005 con il racconto breve "Il medaglione", pubblicato in allegato poi al quotidiano (vedicaso) di confindustria. Chiudo con lo sconfortante Montalbano che, in una puntata, si reca, ossequioso, presso il vecchio capimafia di Vigata a chiedergli lumi su un omicidio misterioso. Davvero molto educativo!
Agli occhi dell'immaginario collettivo universale noi siciliani poco assomigliamo a Giuseppe Fava, a Peppino Impastato, a Giovanni Falcone. No, noi siamo dei buongustai di arancini. Abili cineasti hanno creato il prodotto "Montalbano" sulla base delle sue creative trame, successo che ha fatto da volano al turismo locale. Converrebbe che noi intercalassimo più "minchia" e "cabbasisi" nei nostri dialoghi all'aperto, tanto per non deludere i turisti del nord che ci osservano. Ok.
Riguardo a cosa la società civile possa fare, ritengo che la principale battaglia sia spiegare che parte dello Stato, parte dell'informazione, parte di quell'antimafia sovvenzionata e blasonata costituiscono la Sbirromafia, la struttura dove Montante, autorizzato, ha applicato il suo metodo. Di Scicli scrivo un po' su "Sbirromafia", che sarò lieto di donarti.